
I cantori, stringendosi l'un l'altro ed affiancando le teste, danno vita ad un dolce suono come di organo, il cui lamento richiama nenie arabe o andaluse.
Il Miserere è stato oggetto di studio da parte di noti etnomusicologi. Tra questi, Roberto De Simone, nel suo volume Canti e tradizioni popolari in Campania, scrive:
«Dal punto di vista storico musicale ed etnomusicologo, questo Miserere pone una serie di interrogativi sui rapporti tra musica d'arte e musica popolare.
Infatti è qui particolarmente interessante l'uso continuo dei ritardi armonici, il che mette in luce una pratica popolare che sembrerebbe senz'altro partita in tal modo dal basso ed avere influenzato l'arte musicale.
Il Miserere è stato oggetto di studio da parte di noti etnomusicologi. Tra questi, Roberto De Simone, nel suo volume Canti e tradizioni popolari in Campania, scrive:
«Dal punto di vista storico musicale ed etnomusicologo, questo Miserere pone una serie di interrogativi sui rapporti tra musica d'arte e musica popolare.
Infatti è qui particolarmente interessante l'uso continuo dei ritardi armonici, il che mette in luce una pratica popolare che sembrerebbe senz'altro partita in tal modo dal basso ed avere influenzato l'arte musicale.
D'altra parte le brevi cadenze modulanti sembrerebbero essere di origine colta ed entrate poi nell'uso popolare di tale musica religiosa. Eppure poi il tutto, nei movimenti melodici delle voci, viene condotto con uno stile che comprende passaggi con quarti di tono, effetti di suoni strisciati, attacchi e conclusioni particolari: e ciò non è sicuramente di derivazione belcantistica, né risente della storica scuola musicale.
L'armonia infine sembrerebbe far capo a semplici strutture di villanelle cinquecentesche, sebbene l'uso parallelo di accordi in secondo rivolto (quarta e sesta) non è riscontrabile in nessun documento scritto pervenutoci. A meno che tale pratica non si riferisca al movimento parallelo di accordi in quinte consecutive (sebbene in rivolto), che allo stile della villanella popolareggiante si riferiscono, ma che in tal modo non ci sono mai pervenute dalla cultura musicale scritta.
Insomma, è questo un pezzo che apre degli orizzonti all'indagine sullo stile armonico popolare e sulla storia della musica nei suoi rapporti con la musica popolare.»
- Testo a cura di Roberto De Simone (Canti e tradizioni popolari in Campania).
Dal Salmo 50 di Davide: (III) "Tibi soli peccavi, et malum coram te feci: ut justificéris in sermonibus tuis, et vincas cum judicaris." (VI) "Cor mundum crea in me, Deus: et spíritum rectum ínnova in viscéribus meis."
Canto a tre voci di datazione incerta (1500-1600), eseguito da P. Di Resta, G. Rozzera e A. Iacobelli durante la Quaresima del 1996 nella Chiesa di San Giovanni a Villa in Sessa Aurunca.
PRESENTAZIONE LIBRO 2018